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Mostra Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS al Museo Morandi di Bologna

La Mostra Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS al Museo Morandi di Bologna: gli artisti e le opere, i periodi e gli orari, le informazioni per la visita.

Mostra Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS  Bologna
Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS - Museo Morandi, Via Don Minzoni, 14 - Bologna

Mostra in corso dal 31 gennaio al 7 luglio 2024

Al Museo Morandi apre una mostra dedicata a Mary Ellen Bartley, nota per le sue fotografie che esplorano le qualità tattili e formali del libro stampato e il suo potenziale di astrazione.

Comunicato stampa della Mostra Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS al Museo Morandi

Il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna è lieto di presentare la mostra Mary Ellen Bartley: MORANDI’S BOOKS, a cura di Alessia Masi, prima personale in Italia della fotografa statunitense Mary Ellen Bartley (New York, 1959).

Allestita dal 31 gennaio al 7 luglio 2024 negli spazi del museo che ospita la più ampia collezione pubblica di opere di Giorgio Morandi, l'esposizione è uno dei cinque special projects della dodicesima edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, che esplorano e reinterpretano il lavoro di Giorgio Morandi nel 60° anniversario della morte, attraverso differenti linguaggi del contemporaneo.

L’inaugurazione si svolge martedì 30 gennaio 2024 alle h 17.00, alla presenza di Mary Ellen Bartley. Durante i giorni di ART CITY Bologna, dall’1 al 4 febbraio 2024, l’ingresso è gratuito.

Mary Ellen Bartley è nota per le sue fotografie che esplorano le qualità tattili e formali del libro stampato e il suo potenziale di astrazione. Un aspetto della sua pratica consiste nel lavorare in biblioteche e archivi unici, dove risponde alle collezioni e ai loro habitat sviluppando progetti nel corso del tempo trascorso con loro.

Le 21 fotografie, presentate in due sale del Museo Morandi, costituiscono l’esito di una residenza che la fotografa ha svolto a Bologna, negli spazi di Casa Morandi, iniziata nel maggio nel 2020, interrotta poco dopo a causa della pandemia da Covid-19 e successivamente ripresa nel 2022. Da questa esperienza è nato MORANDI’S BOOKS, una serie fotografica di sue personali composizioni costruite con alcuni dei libri e degli oggetti appartenuti all’artista, oggi conservati nella casa-museo di via Fondazza.

I volumi su Corot, Ingres, Piero della Francesca, Rembrandt, Cézanne, ossia i maestri del maestro bolognese, sono diventati, nelle mani della Bartley, i muti interlocutori delle sue “nature morte”; questi convivono, talvolta, a fianco di oggetti e scatole di latta sottratti alla polvere dello studio dell’artista, pronti a riprendere vita e a ritrovare uno spazio, quello della foto, che restituisce loro una misurata dignità estetica oltre che una valenza formale.

Nel suo approccio metodologico, Bartley ha rispettato aspetti come la luce, i colori e la geometria tanto cari a Morandi, per trasmettere e sottolineare quei valori, sempre più precari nel tessuto sociale contemporaneo, di semplicità, silenzio, pace, ordine, meditazione e riflessione. Giorgio Morandi e Mary Ellen Bartley: due artisti distanti nel tempo e diversi nell’utilizzo dei mezzi artistici, ma uniti dalla ricerca dell’essenza e dall’attenzione verso le semplici cose.

Quando nella primavera del 2018 Mary Ellen Bartley ha visitato per la prima volta Casa Morandi, e ha avuto modo di vedere la ricchissima libreria personale del maestro bolognese, ha dichiarato “è stato come vivere un miracolo", e non ha avuto alcun dubbio nel dedicarsi a questo nuovo progetto. Tornata a Bologna nel maggio 2020, la realizzazione del lavoro è stata complicata e interrotta dalla diffusione della pandemia da Covid-19. In un’intervista rilasciata al quotidiano The East Hampton Star, Bartley ha raccontato il particolare stato d’animo in cui si ha lavorato: “Mi sono trovata ad andare via un giorno o due prima della chiusura totale dell’Italia. Durante la residenza ho trascorso la maggior parte del tempo in biblioteca, con un accesso molto limitato alla studio di Morandi. Dovevo essere sempre accompagnata da una delle curatrici del Museo Morandi. Il museo stava chiudendo al pubblico e la linea rossa del Nord Italia si stava avvicinando sempre di più. È stato molto stressante". Rientrata negli Stati Uniti, nel suo studio a Sag Harbour (New York), ha dichiarato: "avevo le foto che avevo scattato, ma non avevo ancora il progetto completo, e ne ero consapevole. Avevo avuto un'opportunità da sogno, ero andata a Bologna ma ero tornata con il progetto incompleto".

Quando Bartley è ritornata a Casa Morandi nel 2022, è entrata nello studio dell’artista avendo già in mente le idee sul collage ed è stata in grado di impiegare alcuni dei soggetti più familiari di Morandi nelle sue opere - bottiglie, lattine, vasi, tazze e altri oggetti - permettendo loro di arricchire le composizioni, svuotandoli di significato e lasciandoli essere semplicemente se stessi. Racconta ancora Bartley: "Quello di cui mi sono resa conto, circondata da tutti i vasi che ha usato, è quanto fosse straordinario. Ho percepito visceralmente la straordinaria alchimia che avviene tra questi oggetti dall'aspetto piuttosto ordinario, che diventano quei personaggi iconici che lui dipinge continuamente. Se non si conoscesse il suo lavoro, non ci si arriverebbe mai. Non è ovvio che quegli oggetti abbiano creato quei dipinti".

Osserva nel suo testo in catalogo Alessia Masi, curatrice del Museo Morandi e della mostra: “Gli oggetti si fondono l’uno con l’altro, le forme si nascondono una dietro o dentro l’altra grazie all’uso del colore e della luce, creando immagini incantate e apparentemente illusorie.
L’intuizione di Mary Ellen di sfuocare alcune parti all’interno della composizione evoca alcune modalità espressive usate da Morandi soprattutto negli ultimi anni e in particolar modo nell’acquerello, il mezzo a lui più idoneo per registrare le continue mutazioni del visibile, come un sismografo in grado di cogliere e sintetizzare in un assoluto ogni minima variazione dell’infinita dinamica del reale. È proprio su raffinati fogli di carta che Morandi può raggiungere esiti che l’olio non gli consente appieno, effetti di trasparenza che creano quasi un’attesa fuori dal tempo, oggetti che, con i loro contorni non definiti, paiono evaporare in parte verso l’infinito, zone non dipinte che sembrano voler essere invase dall’universo che le penetra. Atmosfera misteriosa, quasi onirica in cui si realizza un equilibrio inconciliabile nell’esperienza umana: quello tra sogno e realtà. Immagini perfettamente bilanciate, prefigurate nella mente dell’artista e perfezionate attraverso l’utilizzo di strumenti ottici modesti che preannunciano i dispositivi più tecnologici adoperati oggi dai fotografi: una tela utilizzata come filtro per modulare la luce e frammenti di fogli di celluloide suddivisi da Morandi stesso in griglie e reticolati più o meno fitti per inquadrare la composizione, dividerla secondo il modello cartesiano e distillarne la visione bidimensionale da trasferire sulla tela.

Quegli stessi frammenti che la Bartley inserisce nei suoi lavori per comprendere meglio il metodo di Morandi, per garantire un equilibrio strutturale all’immagine fotografica e per creare sue personali composizioni in cui le forme squadrate dei libri si intrecciano descrivendo originali geografie che racchiudono talvolta anche oggetti o parte di essi, sempre in un perfetto equilibrio tra idea e forma”.

Oltre alle immagini fotografiche, il percorso espositivo propone un video, realizzato dalla stessa Bartley, nel quale l’artista racconta l’incontro con l’opera e i libri di Giorgio Morandi,

l’esperienza vissuta e il modus operandi utilizzato per la realizzazione di questo progetto. La mostra si inserisce nel solco di una pratica collaudata ormai da anni dal Museo Morandi: creare relazioni tra l'opera degli artisti contemporanei e quella di Giorgio Morandi al fine di riaffermare il suo importante ruolo nell’immaginario culturale globale nonché la sua influenza sulla cultura visiva internazionale.

L'esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue italiano/inglese pubblicato da Danilo Montanari Editore, con testi di Alessia Masi, Lorenza Selleri, e la riproduzione di tutte le opere fotografiche in mostra.

BIOGRAFIA MARY ELLEN BARTLEY

Mary Ellen Bartley è nata a New York nel 1959, vive e lavora a Sag Harbor (New York).
Lo spiccato interesse per il genere della natura morta le ha ispirato un corpo di opere ricco di metafore, profondità pittorica e tattilità. Le sue composizioni lasciano trasparire semplicità e suggeriscono, con insistenza sottile, la storia stratificata dei libri stessi. Le sue fotografie sono pregne di domande su ciò che vediamo e non vediamo e sulle storie che raccontiamo. Tuttavia, lo spirito del suo lavoro offre una risposta riflessiva, una tregua da un mondo sempre più chiassoso e caotico.

Accanto ai suoi allestimenti minimalisti realizzati in studio con libri scelti unicamente per qualità fisiche e colori, e rappresentati in serie come Paperbacks, Reading in Color e Blue Books, troviamo progetti realizzati in biblioteche e archivi dal carattere unico, che l’artista sviluppa nel tempo rispondendo alle collezioni e ai loro habitat.

Bartley è stata invitata a lavorare nelle biblioteche di artisti celebri come il regista di teatro sperimentale e artista Robert Wilson, i pittori Jackson Pollock e Lee Krasner, lo stilista e bibliofilo Karl Lagerfeld e Giorgio Morandi, le cui tranquille nature morte sono state una fonte d'ispirazione essenziale fin dall'inizio della sua attività artistica. L'uso sottile della luce naturale, la selezione precisa della messa a fuoco, e l'acuto senso della disposizione geometrica spesso pervadono le fotografie di pacata moderazione e quiete meditativa. Mary Ellen Bartley continua a trovare tecniche innovative per espandere la gamma delle immagini sui libri, suo soggetto principale, dal momento che ogni nuova collezione di libri richiede un nuovo approccio, tra cui la xerografia, la ri-fotografia e il collage. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre e istituzioni, tra cui Queens Museum (New York), Walker Art Center (Minneapolis), Morgan Library and Museum (New York) e Parrish Art Museum (Watermill). Le sue fotografie e i suoi libri d'artista fanno parte delle collezioni permanenti del Center for Creative Photography (Tucson), J. Paul Getty Museum (Los Angeles), Museum of Modern Art (New York), Library Special Collection (New York), Parrish Art Museum (Watermill), The Morgan Library and Museum (New York) e Walker Art Center (Minneapolis). maryellenbartley.com

Informazioni utili per la visita

Orari: martedì e mercoledì dalle 14 alle 19. Giovedì dalle 14 alle 20. Venerdì, sabato, domenica, festivi dalle 10 alle 19. Chiuso lunedì non festivi, 25 dicembre. Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Capodanno, 1° maggio, 24, 25 e 31 dicembre chiusura anticipata alle ore 14.
Biglietti: intero € 6, ridotto € 4.
Telefono: +39.051.6496611
Sito web: Museo Morandi

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