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Mostra Un ritratto di Pompeo Batoni (1708-1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza al Museo Davia Bargellini di Bologna

La Mostra Un ritratto di Pompeo Batoni (1708-1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza in corso al Museo Davia Bargellini di Bologna: gli artisti e le opere, i periodi e gli orari, le informazioni per la visita

Mostra Un ritratto di Pompeo Batoni (1708-1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza Bologna
Un ritratto di Pompeo Batoni (1708-1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza - Museo Davia Bargellini, Strada Maggiore, 44 - Bologna

Mostra in corso dal 16 febbraio al 7 aprile 2024

Al Museo Davia Bargellini va in esposizione il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino di Pompeo Batoni (1708-1787).

Comunicato stampa della Mostra Un ritratto di Pompeo Batoni (1708-1787) dal Museo Thyssen-Bornemisza

Nell’ambito della rassegna Ospiti, i Musei Civici d’Arte Antica, in collaborazione con il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, espongono presso il Museo Davia Bargellini il Ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino di Pompeo Batoni (1708-1787).

Per la prima volta Bologna ospita un’opera del grande pittore, che nella Roma del Settecento riuscì ad ottenere fama e successo, venendo ammirato anche dal giovane Antonio Canova per il “disegnare tenero, grandioso”, e per il saper comporre in “belle forme” (Diario, 1779).


Lucchese d’origine, ma romano d’adozione, Pompeo Batoni giunge nella capitale nel 1727, dove frequenta la scuola di Sebastiano Conca, e lo studio di Agostino Masucci e di Francesco Ferdinandi, detto l’Imperiali. Oltre a disegnare infaticabilmente dall’antico, si addestra ai “buoni precetti” – come egli stesso li chiama in una lettera al marchese Andrea Gerini (4 novembre 1740) – seguiti dai grandi maestri; fondandosi sullo studio del “vero” e sulla selezione degli aspetti migliori presenti in natura, perviene ad un ideale di bellezza armonica, spontanea, amabile, molto apprezzata da una committenza imbevuta della sensibilità estetica dell’Accademia letteraria d’Arcadia.

L’esito straordinario di una semplicità perfetta e apparentemente istintiva giustificherà la definizione di Batoni “fatto Pittore dalla Natura”, avanzata per primo dal biografo Onofrio Boni (1787), poi lungamente ripetuta dalla storiografia, soprattutto in opposizione all’attitudine normativa del coevo Anton Raphael Mengs, “fatto Pittore dalla Filosofia” per le propensioni erudite espresse quale autore di teorie sull’arte.

Alla produzione di soggetto storico, sia mitologico che sacro (gli si deve la fortunata icona del Sacro Cuore), Batoni affianca un’ampia attività di ritrattista, incontrando i gusti di una raffinata clientela internazionale, spesso giovani aristocratici del Nord Europa, in soggiorno a Roma durante il Grand Tour.

Per rispondere alle esigenze di questo pubblico – soprattutto rampolli della nobiltà inglese – a partire dalla metà del secolo Batoni si farà ideatore di una nuova tipologia ritrattistica – il ritratto/souvenir – in cui il personaggio viene presentato in posa elegante, ma disinvolta, accanto a monumenti e reperti antichi, quasi a comprovare l’avvenuto compimento dell’esperienza del viaggio di formazione, divenuto prassi irrinunciabile per una classe sociale destinata ad assumere, una volta rientrata in patria, incarichi politici e diplomatici consoni al proprio status.

Ma anche nella più convenzionale ritrattistica ufficiale Batoni sa raggiungere risultati stupefacenti e sofisticati per qualità esecutiva e accostamenti cromatici. Ne è esempio il ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino – firmato sul bordo del tavolo e datato 1785 – che appartiene alla tarda produzione del pittore. Il gesto della protagonista sembrerebbe alludere all’episodio narrato da Plinio il Vecchio, in cui Cleopatra, dopo avere scommesso con Marco Antonio di essere in grado di offrirgli un banchetto sontuoso spendendo un milione di sesterzi, avrebbe preso la perla di inestimabile valore di un proprio orecchino e l’avrebbe sciolta nell’aceto, bevendo poi la miscela. Come la seduttiva regina dell’Egitto, la contessa è infatti colta nell’atto di sospendere una grossa perla sopra una coppa, dimostrando così un’aristocratica indifferenza nei confronti dell’aspetto venale del lusso.

Informazioni utili per la visita

Orari: dal martedì al giovedì dalle 10 alle 15; venerdì dalle 14.00 alle 18.00; sabato e domenica e festivi dalle 10.00 alle 18.30. Chiuso i lunedì non festivi, Capodanno, il 1° maggio e Natale.
Biglietti: ingresso gratuito.
Telefono: +39.051.236708
E-mail: museiarteantica@comune.bologna.it
Sito web: Museo Davia Bargellini

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