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Mostra Dante e la miniatura al Museo Civico Medievale di Bologna

La Mostra Dante e la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese al Museo Civico Medievale di Bologna: gli artisti e le opere, i periodi e gli orari, le informazioni per la visita.

Mostra Dante e la miniatura  Bologna
Dante e la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese - Museo Civico Medievale, via Manzoni, 4 - Bologna

Mostra in corso dal 28 maggio al 9 gennaio 2022

Nell'anno del settecentenario della morte di Dante il Museo Civico Medievale gli dedica una mostra facendo luce sui soggiorni del poeta in città e la sua relazione con i miniaturisti del tempo.

Comunicato stampa della Mostra Dante e la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese

Come è noto Dante soggiornò a Bologna in più occasioni: una prima volta probabilmente intorno al 1286-87, quando forse frequentò, come “studente fuori corso”, l’Università. Più prolungato dovette essere invece il secondo soggiorno, che vide il poeta trattenersi in città per almeno due anni, dal 1304 al 1306.

Dopo avere lasciato Verona, e poi Arezzo, Dante ricercava ora nella scrittura e nello studio il motivo del suo riscatto che l’avrebbe risollevato dall’ignominia dell’esilio, iniziato nel 1302. Ed è probabile che in queste circostanze avesse scelto proprio Bologna come possibile nuova meta, atta a garantirgli le necessarie risorse per vivere e anche per studiare e scrivere. Una presenza che dovette consentirgli di entrare in contatto con alcuni di quei luoghi deputati alla produzione e alla vendita dei libri, dove probabilmente aveva avuto notizia dello stesso miniatore Oderisi da Gubbio di cui fa menzione nell’XI canto del Purgatorio:

«Oh!», diss’io lui, «non se’ tu Oderisi,/ l’onor d’Agobbio e l’onor di quell’arte/ ch’alluminar chiamata è in Parisi?»/ «Frate», diss’elli, «più ridon le carte/ che pennelleggia Franco Bolognese;/ l’onore è tutto or suo, e mio in parte.

Il miniatore Oderisi da Gubbio risulta in effetti documentato a Bologna tra gli anni sessanta e settanta del Duecento, il che induce a credere che egli avesse operato nell’ambito della miniatura locale del cosiddetto “primo stile”, le cui caratteristiche ritornano, come documentano alcuni dei codici esposti, nella stesura rapida e corsiva, giocata su una gamma assai limitata di colori (ufficio del tempo,ms.511; antifonario del tempo, ms. 513; lezionario, ms.514; antifonario del tempo, ms.515; antifonario del tempo, ms. 516; collettario, ms. 612).

A questa prima fase dovette seguire più tardi una diversa e più aggiornata corrente di stile capace di rinnovare, nel ricorso ad una sintassi figurativa legata ai modelli della tradizione bizantina, il carattere delle decorazione dei codici bolognesi. Questa ulteriore, definita “secondo stile”, ebbe come protagonista il cosiddetto Maestro della Bibbia di Gerona, nome che gli deriva da una sontuosissima Bibbia oggi conservata alla Biblioteca Capitolare di Gerona.
Come risulta dai graduali da lui miniati per la chiesa di San Francesco (mss. 526,527) la sua attitudine a confrontarsi con i modelli più colti della cultura ellenistico-bizantina rivive nelle cadenzate euritmie che caratterizzano le varie figurazioni, ripensate si direbbe direttamente sugli esempi della miniatura di età paleologa, ma anche antecedenti collegabili alla rinascenza macedone.
Il tutto interpretato con una verve ed una vitalità, anche cromatica, di sapore tutto occidentale, tale da presupporre un confronto anche con le coeve novità della pittura monumentale, ben documentate a Bologna negli anni del più antico soggiorno di Dante, dalla Maestà che Cimabue eseguì per la chiesa dei Servi.
Ed è forse a questo cambiamento che Dante allude nella Commedia quando dopo avere fatto riferimento ad Oderisi da Gubbio parla dell’altro miniatore, il fantomatico Franco Bolognese “l’onor è or tutto suo, e mio in parte”, come del resto potrebbe lasciare intendere anche l’ambientazione del poema nell’anno 1300, quando sicuramente Oderisi era già defunto.
I riflessi di questo stile aulico si possono cogliere in buona parte dei codici miniati a Bologna tra la fine del Duecento e i primissimi anni del Trecento (graduale, ms.521; antifonario, ms.529, antifonario ms.532, matricola dei Merciai del 1303, ms.629) dove tuttavia appare crescente anche l’adesione ad un ritmo narrativo di stampo ormai gotico che in taluni casi sembra già presupporre la conoscenza di certi modelli giotteschi.

Orari: da martedì a domenica e festivi dalle 10.00 alle 18.30; lunedì chiuso. Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura. Capodanno, 1° maggio, 24, 25 e 31 dicembre chiusura anticipata alle ore 14.
Biglietti: intero € 6, ridotto € 3.
Telefono: +39.051.2193930/2193916
E-mail: museiarteantica@comune.bologna.it
Sito web: Museo Civico Medievale

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