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Mostra Giulio II e Raffaello alla Pinacoteca Nazionale di Bologna

La Mostra Giulio II e Raffaello alla Pinacoteca Nazionale di Bologna: gli artisti e le opere, i periodi e gli orari, le informazioni per la visita.

Mostra Giulio II e Raffaello Bologna
Giulio II e Raffaello - Pinacoteca Nazionale, via Belle Arti, 56 - Bologna

Mostra in corso dal 8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023

Una mostra originata dall'arrivo a Bologna del Ritratto di Giulio II di Raffaello dalla National Gallery di Londra. Il Papa fu colui che ricondusse la città sotto il dominio della Chiesa, mettendo fine alla pseudo-signoria della famiglia Bentivoglio che l’aveva governata nel corso del XV secolo, cambiando radicalmente la sua storia.

Comunicato stampa della Mostra Giulio II e Raffaello

L�arrivo a Bologna del Ritratto di Giulio II di Raffaello dalla National Gallery di Londra � stato il punto di partenza per lo sviluppo del progetto espositivo: �Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna�, a cura di Daniele Benati, Maria Luisa Pacelli ed Elena Rossoni, alla Pinacoteca Nazionale sino al 5 febbraio.

Tra i capolavori della ritrattistica rinascimentale, effige di uno degli uomini pi� influenti del suo tempo, l�opera � particolarmente significativa per Bologna poich� il papa della Rovere fu colui che ricondusse la citt� sotto il dominio della Chiesa, mettendo fine alla pseudo-signoria della famiglia Bentivoglio che l�aveva governata nel corso del XV secolo, e cambiandone cos� radicalmente il corso della storia. Ad evidenziare la portata, non solo temporanea, di questo evento, � la Direttrice della Pinacoteca, nonch� co-curatrice della mostra, Maria Luisa Pacelli, nel suo intervento nel catalogo.

�L�inserimento del dipinto nell�ala del museo dedicata all�arte del �400 e del �500 � stata l�occasione per riorganizzarne il percorso, con lo scopo di mettere in luce alcuni degli episodi pi� significativi del Rinascimento bolognese, anche grazie a pochi altri mirati prestiti. Il progetto, costruito principalmente attorno al ricco patrimonio di dipinti e opere su carta del museo, trova una sua estensione e completamento in altre raccolte e siti monumentali cittadini, dove verr� posto l�accento sulle testimonianze artistiche di questa fase della storia bolognese.

In Pinacoteca si � scelto di iniziare l�esposizione con un focus sulla Cappella Garganelli: decorata dai ferraresi Francesco del Cossa ed Ercole de Roberti tra il 1477 e il 1485, fu una delle imprese pittoriche pi� straordinarie del Quattrocento bolognese, di cui il museo conserva il volto della Maddalena piangente dipinto da Ercole, unico prezioso frammento giunto fino a noi. L�altro estremo cronologico della mostra � il 1530, anno in cui Bologna ospit� l�incoronazione a imperatore di Carlo V d�Asburgo da parte di papa Clemente VII, imponendosi all�attenzione dell�intera Europa.

La prima parte dell�esposizione � dedicata all�arte fiorita durante il governo dei Bentivoglio, dagli anni �70 del �400 fino al principio del nuovo secolo, quando la citt� vive una fase di relativo benessere e stabilit� politica. La congiuntura favorevole e il mecenatismo della corte generano un ambiente propizio alla sperimentazione, cui concorrono artisti provenienti da altri centri, come i ferraresi del Cossa, de Roberti e Lorenzo Costa, mentre tra i bolognesi emergono le personalit� divergenti di Francesco Francia e Amico Aspertini.

In questo clima culturale, arricchito all�alba del nuovo secolo dal sopraggiungere di opere di altri forestieri, come Perugino e Filippino Lippi, vengono promosse importanti committenze che, oltre a dare lustro alla citt� e ai suoi governanti, sono il cantiere di elaborazione di una cultura figurativa autoctona, come ben dimostra la raccolta di opere del periodo presente in Pinacoteca e questa mostra.

Con la riconquista di Bologna da parte della Chiesa, lo scenario cambia in maniera sostanziale. La citt� � un centro strategico per gli obiettivi politici di Giulio II che si preoccupa di affermare il proprio dominio non solo con l�azione militare e amministrativa, ma anche attraverso un programma d�interventi coerenti con la politica di propaganda artistica promossa nella capitale. A questo fine, vengono chiamati a Bologna due protagonisti delle committenze capitoline, Bramante e Michelangelo. Il primo interviene sui principali luoghi di rappresentanza del potere e, pi� in generale, sull�immagine della citt�; al secondo viene invece commissionata una statua in bronzo del pontefice da porsi sulla facciata della basilica di san Petronio. E mentre gli artisti dell�entourage bentivolesco lasciano la citt� o si ritirano ai margini della scena, ad imporsi � la lingua della �grande� arte romana, principalmente sotto il segno di Raffaello.

Sebbene non documentato a Bologna durante il pontificato di Giulio II, � infatti il maestro urbinate a influire maggiormente sulla produzione e il gusto locali da questo momento in avanti. A partire dal 1508, Raffaello � assorbito dalla decorazione delle Stanze Vaticane e non si allontana dalla capitale, ma l�eco delle sue imprese inizia gi� da ora a permeare l�ambiente artistico bolognese. Per registrare l�arrivo di sue opere in citt� bisogner� invece attendere la met� del secondo decennio, sotto il pontificato di Leone X. In particolare, sar� dirompente l�impatto dell�Estasi di Santa Cecilia, un capolavoro della maturit� del maestro, collocato all�epoca in San Giovanni Monte e oggi in Pinacoteca.

Quest�opera complessa per quanto riguarda la concezione intellettuale e assai ricca di invenzioni sul piano iconografico e formale, ha avuto un influsso enorme sulla cultura pittorica bolognese, non solo nel corso del Cinquecento, ma fino ai Carracci, Guido Reni e oltre.
Sono ancora una volta i grandi fatti della Storia a influire sull�ultimo importante capitolo dell�arte rinascimentale a Bologna. � infatti a seguito del devastante Sacco di Roma del 1527 che il Parmigianino decide di lasciare la capitale per stabilirsi per qualche tempo in citt�. Dove vive una stagione di straordinaria maturit�, da cui scaturirono opere originali, dal gusto raffinato e dall�umore inquieto, come la Madonna di Santa Margherita della Pinacoteca, la cui solida fortuna nell�ambiente bolognese � testimoniata in maniera inequivocabile dalle collezioni di opere del museo, dove ritroviamo la citazione letterale della figura della santa gi� a partire dal XVI secolo.

Le raccolte dell�istituto, e in particolare del Gabinetto dei Disegni e Stampe della Pinacoteca, sono in grado di documentare un altro fatto cruciale per la fortuna e la diffusione in Emilia, e non solo, dell�arte del Parmigianino, ovvero la sua intensa attivit� incisoria bolognese, di cui per la mostra sono stati selezionati alcuni esemplari di grande interesse. A chiudere il percorso �, infine, un disegno di Biagio Pupini che commemora l�incoronazione di Carlo V in San Petronio�.

Il progetto � realizzato in collaborazione con il Dipartimento delle Arti dell�Universit� degli Studi di Bologna e con l�Accademia di Belle Arti e fa parte del progetto di promozione cittadino dedicato al Rinascimento a Bologna che coinvolge anche altre raccolte e siti monumentali cittadini.

La mostra � accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.

Informazioni utili per la visita

Orari: martedì, mercoledì dalle 9 alle 14. Da giovedì a domenica e festivi dalle 10 alle 19. Chiuso il lunedì.
Biglietti: intero € 8, ridotto € 5 (possessori di Card Cultura e di Bologna Welcome Card). Ridotto (18-25 anni) € 2.
Sito web: Pinacoteca Nazionale di Bologna

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